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Shame

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Il secondo romanzo di Rushdie è ambientato principalmente in Pakistan tra gli anni '60 e gli anni '70 e, a differenza di Midnight's Children, è raccontato in terza persona da un narratore onnisciente esterno alla narrazione. La storia inizia nella città di Q. dove, in una casa a metà strada tra il quartiere abitato dalla popolazione indigena e quello abitato dagli occidentali, vive il vecchio vedovo Shakil con le sue tre figlie Chhunni, Munnee e Bunny. Shakil tiene le figlie imprigionate in casa e le alleva secondo la tradizionale educazione islamica. Quando il padre muore maledicendo le due comunità, le tre figlie organizzano una grande festa a cui invitano soltanto la popolazione bianca. Una delle tre sorelle rimane incinta (ma non si saprà mai quale delle tre è la vera madre, né chi è il padre), e la casa chiude di nuovo le sue porte al mondo esterno. Omar Khayyam viene allevato dalle tre madri al di fuori della religione, e rimane prigioniero nella casa fino a quando, poco prima del suo dodicesimo compleanno, vede da una finestra Farah Zoroaster, figlia dodicenne di un doganiere, e come regalo di compleanno chiede alle madri di poter uscire. Le madri gli concedono di uscire nel mondo esterno, dove Omar inizia la propria educazione sotto la guida di Eduardo Rodrigues, che è anche l'insegnante di Farah. Il maestro di scuola fugge poi con Farah quando questa rimane incinta (non si sa se di lui o di Omar che l'aveva in un'occasione ipnotizzata). Omar inizia una vita dissoluta, ma nonostante ciò a diciotto anni viene ammesso nella migliore scuola medica di Karachi, per diventare poi il più importante immunologo pakistano. A Karachi stringe amicizia con Iskander Harappa, come lui giovane brillante e dissoluto.

"Isky" (Iskander) Harappa e Raza Hyder sono i due veri protagonisti del romanzo, e sono modellati sulle figure di, rispettivamente, Zulfikar Ali Bhutto e Zia ul-Haq. Raza è un militare indiano che al momento della Partizione sceglie di emigrare in Pakistan, e lì si trasferisce con la moglie Bilquìs, conosciuta a Dheli durante i disordini seguiti alla partizione, in cui il padre di lei viene ucciso perché troppo "tollerante" (nel suo cinema si proiettavano sia film indù che musulmani). Il primo figlio di Raza e Bilquìs nasce morto, mentre la seconda figlia Sufiya Zinobia diviene demente a causa di una febbre cerebrale.[1] Iskander sposa invece Rani Humayun, cugina di Raza, e i due hanno una figlia, Arjumand detta "la Vergine Mutandediferro".

Il romanzo ripercorre le vicende politiche del Pakistan: dalla fine degli anni '50 il paese è in mano ai militari, e Raza diventa ministro dell'istruzione, informazione e turismo, ruolo che espleta avvalendosi dei consigli del santone Maulana Dawood. In seguito Raza viene estromesso dalla sua carica e dopo la sconfitta militare del 1971 nella guerra del Bangladesh i militari sono allontanati dal governo; Isky arriva a sua volta al potere, per ottenere il quale ha abbandonato la propria vita dissoluta e ripudiato l'amico Omar Khayyam e l'amante Pinky Aurangzeb. Negli anni successivi Isky nomina Raza comandante in capo dell'esercito, pensando di poterlo controllare, ma con un colpo di stato militare Raza prende il potere, Isky viene assassinato e in Pakistan viene instaurata una dittatura ispirata al fondamentalismo religioso.

Rushdie rappresenta le dinamiche di potere, concentrato in Pakistan nelle mani di una piccola elite, in termini di rapporti familiari e di parentela tra Isky e Raza.[2] I due personaggi hanno caratteristiche contrapposte ma complementari. Raza è fondamentalista e ottuso (ma capace di autentico affetto per la moglie e le figlie), Iski è secolare e scaltro (ma si comporta nei confronti della famiglia come un despota orientale). Gli episodi di "vergogna" sono sottolineati nel romanzo dalle esplosioni di furia omicida di Sufiya Zinobia, la figlia cerebrolesa di Raza. Nonostante le attenzioni di Omar Khayyam, che si appassiona professionalmente al suo caso giungendo poi a sposarla, Sufiya si trasforma col passare del tempo in una belva che si aggira per le campagne, contribuendo a mettere fine al regime del padre. Raza e Omar fuggono travestiti da donne e insieme a Bilquìs trovano rifugio nella casa dove ancora vivono le "madri" di Omar.[3] Qui Bilquìs e Raza trovano la morte, quest'ultimo per mano delle tre donne Shakil che vendicano in questo modo la morte del loro secondo figlio, nato in circostanze simili a quelle di Omar e ucciso mentre combatteva tra le file della guerriglia antigovernativa. Infine anche Omar muore, per mano di Sufiya.

Anche in questo romanzo il personaggio centrale è un antieroe, il grasso medico pakistano Omar Khayyam. Come in Midnight's Children la storia reale costituisce l'"architettura" del romanzo, che si svolge però anche in questo caso in una dimensione fittizia, in un luogo che è "not quite Pakistan". Anche in Shame vi è la compresenza di elementi reali e fittizi, una mescolanza di immaginazione e memoria. Storia e finzione narrativa sono entrambe ricostruzioni parziali e, come sottolinea lo stesso Rudhsie, spesso imprecise.[4]

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[1] Rushdie dichiarerà poi di avere saputo che una simile situazione riguardava la figlia di Zia ul-Haq solamente a romanzo ultimato (Intervista su Scripsi, Vol. 3, Pt. 2-3, 1985: 108, cit. in Goonetilleke 1998: 58).

[2] Le relazioni familiari che uniscono i due personaggi sono visualizzate in un diagramma posto in apertura del romanzo, che rappresenta un immaginario (e satirico) albero genealogico.

[3] La casa natale di Omar Khayyam si chiama come la città persiana dove vissero l'omonimo l'autore delle Rubayyat (IX-X secolo) e Farid ud-Din 'Attar, autore del Verbo degli uccelli (XII secolo). cfr. Struttura e rimandi ipertestuali in Grimus

[4] Sulla storia come frutto della memoria e quindi di immaginazione cfr. il saggio di Rushdie "'Errata': or, Unreliable Narration in Midnight's Children" (Imaginary Homelands 22-25).