©inTRAlinea & Franco Bertaccini & Sara Di Nisio (2011).
"Il traduttore e il revisore nei diversi ambiti professionali"
inTRAlinea Special Issue: Specialised Translation II

inTRAlinea [ISSN 1827-000X] is the online translation journal of the Department of Interpreting and Translation (DIT) of the University of Bologna, Italy. This printout was generated directly from the online version of this article and can be freely distributed under Creative Commons License CC BY-NC-ND 4.0.

Stable URL: https://www.intralinea.org/specials/article/1800

Il traduttore e il revisore nei diversi ambiti professionali

By Franco Bertaccini & Sara Di Nisio (Università di Bologna, Italy)

Abstract & Keywords

English: The purpose of this article is to define the activity of revision and to describe its procedures, taking into account the different contexts of a private translation agency and the in-house translation service of a public institution like the Directorate-General for Translation (DGT) of the European Commission. After some definitions of this task given by translation theorists, the role of revision is analysed according the UNI EN standard 15038:2006 addressed to translation service providers. Later on some tools present in the market carrying out Quality assurance check to ensure translation quality are illustrated, with particular attention to Apsic Xbench. They help revisers verify defects which are difficult to notice manually when the text is translated with CAT (computer aided translation) tools. The following parts deal with Sara Di Nisio’s traineeship at the translation agency Ic.Doc in Bologna and at the DG Translation of the European Commission in Brussels. The answers to a questionnaire about revision, kindly given by in-house translators working as revisers, are discussed. At Ic.Doc Sara has also collaborated to the project of “diversified linguistic revision” carried out by the in-house translator Anna Chinellato, by helping draft a checklist for translators and revisers with the parameters to be checked in a specific translation.

Italian: Il presente articolo si propone di definire l’attività di revisione e descriverne le procedure, tenendo conto dei diversi contesti di un’agenzia di traduzione privata (Ic.Doc di Bologna) e di un’istituzione pubblica che fornisce servizi di traduzione come la DGT (Directorate-General for Translation), la Direzione Generale della Traduzione della Commissione europea a Bruxelles. Dopo aver presentato il contributo di illustri teorici della traduzione, viene approfondito il lavoro di revisione secondo la norma UNI EN 15038:2006, indirizzata ai fornitori di servizi di traduzione. In seguito si descrive il ruolo dei software che eseguono il controllo di quality assurance per assicurare la qualità della traduzione, analizzando in modo più approfondito Apsic di Xbench. Questi strumenti aiutano il revisore a verificare i difetti di traduzioni eseguite con i programmi di traduzione assistita difficili da rilevare manualmente. Le parti successive sono incentrate sulle esperienze personali di tirocinio di Sara Di Nisio presso il centro di traduzione Ic.Doc di Bologna e la DGT di Bruxelles, durante le quali i traduttori e le traduttrici hanno gentilmente risposto a questionari sulla revisione. Presso Ic.Doc, inoltre, Sara ha collaborato con la traduttrice Anna Chinellato al progetto di revisione linguistica diversificata con la stesura di una check list per traduttori e revisori contenente i parametri da rivedere in una determinata traduzione.

Keywords: translation, revision, translation agency, dgt, en 15038, quality assurance, traduzione, revisione, agenzia di traduzione, qualità

Il lavoro del revisore è naturalmente quello di rivedere la traduzione. Dare una definizione univoca di revisione è difficile, e vari studiosi della traduzione hanno tentato di farlo. Per Sager (1994: 238 in Magris, 1999: 134) è “un processo di verifica dell’accuratezza, completezza, adeguatezza stilistica etc. del prodotto di una traduzione e di conseguente modifica dello stesso” e può essere svolta dal traduttore stesso, da un revisore o automaticamente. Secondo Tim Martin (2008: 58) “revision is checking to see if changes are needed and it is making the changes themselves”. Mossop (2007: 109) sostiene: “Revising is that function of professional translators in which they identify features of the draft translation that fall short of what is acceptable and make appropriate corrections and improvements”.

A seconda della natura degli interventi sulla traduzione, Cosmai individua quattro tipi di revisione. L’approccio più flessibile è dato dalla “semplice rilettura” del testo tradotto, il cui scopo è verificare la “chiarezza e la coerenza intratestuale” e nella quale il testo di partenza è consultato in caso di dubbi. Al secondo posto Cosmai inserisce la “lettura incrociata” del testo originale e della traduzione, finalizzata soltanto alla verifica delle scelte del traduttore, senza prevedere necessariamente interventi da parte del revisore. Seguono infine la “revisione terminologica-lessicale”, nella quale si controlla l’uso della terminologia tecnica, e la “revisione terminologica e stilistica”, ossia il controllo completo della traduzione, che contempla anche interventi atti a migliorare il testo dal punto di vista formale (Cosmai, 2003: 100).

Come afferma giustamente Scarpa, nella scelta del tipo di revisione bisogna considerare "il livello di competenza del traduttore, la velocità con cui il testo è stato tradotto, la diffusione e la durata previste del testo, la sua importanza e le sue modalità d'uso" (Scarpa, 2008: 218-219).

In ogni caso, qualunque approccio venga scelto, "scopo principale della revisione è l'eliminazione degli errori che la traduzione può contenere" (Scarpa, 2008: 229).

1. La norma UNI EN ISO 15038:2006

La norma EN 15038, pubblicata nel maggio 2006 in inglese e nel giugno dello stesso anno nella versione italiana, “specifica i requisiti di un fornitore di servizi di traduzione”[1], trattando le varie fasi che compongono il processo traduttivo, compresa la revisione.

Un merito della norma è stato definire in modo preciso i vari tipi di revisione possibili, gettando luce su una fase del processo traduttivo finora poco chiara:

  • “revisione specialistica: Esame di un testo di arrivo per verificarne l’idoneità allo scopo concordato, il rispetto delle convezioni del campo semantico cui appartiene e per consigliare eventuali azioni correttive”.
  • “revisione: Esame di una traduzione per verificarne l’idoneità allo scopo concordato, mettere a confronto i testi di partenza e di arrivo e consigliare eventuali azioni correttive”.

I revisori devono avere le stesse competenze dei traduttori ed “esperienza di traduzione nell’ambito del campo semantico in considerazione”, mentre i revisori specialisti devono essere appunto specialisti del campo semantico considerato nella lingua di arrivo.

La revisione è obbligatoria e deve essere fatta da “una persona diversa dal traduttore”, allo scopo di “verificare la coerenza di terminologia, registro e stile”. Se inclusa nelle specifiche del servizio, viene fatta “la revisione specialistica monolingua” per verificare che la traduzione sia idonea allo scopo stabilito, e il TSP (Translation Service Provider) controlla la messa in atto di eventuali modifiche.

La norma EN 15038 colma il vuoto riguardante una serie di criteri obiettivi con cui valutare i TSP, e anche se molti punti possono sembrare ovvi, presa nel complesso può essere usata realmente per prendere decisioni riguardo potenziali fornitori di traduzioni e rivedere quelle esistenti (Heaton, 2008: 58).

2. Gli strumenti di QA check (quality assurance check)

Una modalità di controllo automatico da affiancare alla revisione manuale è l’utilizzo di software per assicurare la qualità nella traduzione. Essi possono essere utilizzati per testi tradotti con l’ausilio dei CAT tools e confrontare quindi i segmenti della lingua di partenza e di arrivo di testi bilingui salvati in formato DOC, RTF, TTX per trovare errori di traduzione (http://www.proz.com/translation-articles/articles/1180/1/Review-of-Translation-Quality-Assurance-Software). Utilizzando gli strumenti di QA (quality assurance) si possono verificare diversi parametri: formattazione, punteggiatura, numeri inseriti in modo errato rispetto al testo originale, errori di traduzione come traduzioni "dimenticate" (segmento target vuoto), source e target identici, incoerenza nelle traduzioni, segmenti target più lunghi o più corti di una data percentuale, segmenti target con caratteri proibiti, segmenti target con più di un numero specifico di caratteri, conformità della terminologia a eventuali glossari.

I tool QA sono particolarmente appropriati per manuali tecnici tradotti con l’ausilio dei programmi di traduzione assistita, mentre sono sconsigliati per testi più discorsivi in cui lo stile è un parametro importante.

La funzione di QA check può essere svolta da programmi di traduzione assistita che la offrono tra i loro servizi, come SLD Trados e SDLX, Wordfast, Déjà Vu oppure da strumenti cosiddetti “stand-alone”, tra i quali Acrolinx IQ di Acrolinx, QA Distiller di Yamagata, ErrorSpy di Dog e Xbench di APSIC.

In particolare, Xbench di ApSIC è uno strumento con funzionalità di controllo qualità e ricerca di termini contenuti in glossari e memorie di traduzione, che può essere scaricato gratuitamente sul sito www.apsic.com. È in grado di supportare i formati dei CAT tools più usati nel mercato. “ApSIC Xbench svolge due funzioni principali: organizzazione e ricerca all'interno di raccolte terminologiche o file bilingui, controllo qualità di testi bilingui” (http://www.qabiria.com/index.php/it/risorse-mainmenu-29/articoli/117-strumenti-gratuiti-per-traduttori-1o-puntata-apsic-xbench.html). Per la funzione di controllo qualità, dopo aver lanciato il programma e selezionato un nuovo progetto, si aggiunge il glossario o la lista di termini chiave (keyterms) che saranno presi come punto di riferimento (nel caso di glossari multilingue bisogna indicare le lingue richieste). Successivamente si aggiunge il file da analizzare selezionando prima la tipologia e poi la cartella in cui si trova. È importante scegliere “Ongoing translation” nella tabella delle proprietà. Finita questa procedura, si può eseguire il QA check.

Finestra di dialogo del controllo qualità in Xbench

Nel campo “Basic” si possono verificare segmenti non tradotti, incoerenze nel testo di partenza e di arrivo, segmenti uguali nell’originale e nella traduzione; nel campo “Content” ci sono differenze di tag e numeri, doppi spazi; il campo “Linguistic” contiene differenze di termini chiave, checklist personali e del progetto. Tra le opzioni si può decidere di analizzare solo i segmenti nuovi, escludere segmenti bloccati e controllare differenze nell’uso di maiuscole e minuscole. Una volta selezionati i parametri desiderati, si clicca su “Check ongoing translation” e Xbench effettua il controllo qualità.

Finestra di dialogo di Xbench che appare al termine del controllo qualità

A questo punto, è possibile controllare i risultati e modificare il testo cliccando con il tasto destro del mouse e selezionando “Edit source”, oppure esportare i dati selezionando “Export QA result”, scegliendo il formato di esportazione e inserendo il nome del file.

Risultato del controllo qualità esportato in formato Excel

Particolare attenzione merita la possibilità di creare liste personali o di progetto contenuta nel campo “Linguistic” della finestra di dialogo del QA. Tali liste comprendono solitamente termini proibiti o da lasciare invariati nella traduzione, errori ortografici che non vengono rilevati dal correttore. Le checklist di progetto vengono create per ogni progetto, mentre quelle personali sono file esterni aggiunti in seguito.

Questo tipo di revisione automatica con l’uso di strumenti di QA ha il vantaggio di essere conveniente sia a livello economico sia temporale, ma anche la qualità del controllo non è elevata. Combinata ad una revisione manuale fatta da un professionista, velocizza i tempi e migliora la qualità della traduzione: due tipi di verifica sono sempre migliori di uno solo, sia esso meccanico o umano.

3. I questionari sulla revisione

Nelle sezioni precedenti sono stati analizzati gli aspetti teorici riguardanti la revisione dal punto di vista degli studiosi della traduzione da un lato, e dal punto di vista della norma UNI EN ISO 15038:2006 dall’altro. Ora l’attenzione sarà focalizzata invece sugli aspetti pratici, provenienti direttamente dalla voce dei traduttori.
Nel corso dei tirocini svolti presso il centro di traduzione Ic.Doc di Bologna e la Direzione Generale della Traduzione della Commissione europea a Bruxelles, infatti, Sara Di Nisio ha avuto la possibilità di sottoporre dei questionari sulla revisione ai traduttori e alle traduttrici che si occupano di revisioni, i quali hanno gentilmente risposto in maniera precisa e dettagliata.

3.1 Ic.Doc

Con la preziosa collaborazione della traduttrice Anna Chinellato, si è proceduto alla stesura di un questionario con il quale sono state intervistate le quattro traduttrici interne dell’azienda che svolgono anche revisioni. Il loro contributo è molto interessante, soprattutto perché hanno esperienze e punti di vista diversi. Cristina Milan è in primo luogo project manager, la revisione è per lei un’attività secondaria svolta nei ritagli di tempo quando non è possibile trovare un altro revisore. Giovanna Astorri è una traduttrice a tempo pieno dall’inglese all’italiano, che si occupa di revisioni da poco tempo. Anna Chinellato è traduttrice e revisore principalmente di manuali tecnici dall’italiano e dall’inglese verso lo spagnolo. Brigitte Laimer infine traduce e rivede da molto tempo testi dall’inglese verso il tedesco e l’italiano.

Ecco di seguito le domande e l’analisi delle relative risposte.

1. Quando rivedete una traduzione la confrontate sempre con l’originale o a volte leggete soltanto il testo di arrivo?

Nella revisione il confronto con l’originale viene fatto in maniera più o meno approfondita a seconda delle situazioni. CM, ad esempio, non fa un controllo frase per frase, si accerta della fluidità del testo e dedica attenzione particolare ai numeri. Il tempo a disposizione detta anche il tipo di approccio alla revisione. Il metodo più comune è iniziare a leggere la traduzione e riferirsi all’originale in presenza di dubbi. Se si hanno di fronte prove di traduzione dalle quali dipende l’acquisizione di un cliente, invece, il confronto sistematico di traduzione e originale è fondamentale (AC).

2. Quale rilevanza hanno le caratteristiche personali del traduttore (esperienza, professionalità, stato d’animo del momento) per decidere come affrontare la revisione?

Sapere quale traduttore si è occupato del testo è importante per tutti: di fronte a un traduttore esperto e a tempi di revisione stretti, alcuni aspetti non vengono controllati troppo scrupolosamente. In generale avere informazioni sul traduttore permette di pianificare il lavoro. BL aggiunge che i traduttori collaudati si revisionano solo se si tratta del primo lavoro per un cliente importante, mentre di solito i nuovi inserimenti vengono sempre sottoposti a revisione. AC considera un aspetto non trascurabile anche la situazione personale del traduttore, ossia ad esempio se attraversa un momento particolare della sua vita e fa sviste che di solito evita.

3. Quale importanza riveste lo scopo della traduzione per il tipo di revisione da fare?

A seconda dello scopo della traduzione, si decide come valutare appropriatezza di registro e terminologia. CM in genere rivede testi a metà tra il marketing e il tecnico, ad esempio brochure, e in questi casi bisogna analizzare sia la forma del testo, dato lo scopo divulgativo, sia la terminologia, perché l’argomento è tecnico. Di fronte ai testi di prova per un cliente si presta particolare attenzione allo scopo. Nei manuali tecnici AC si concentra sul grado di accuratezza dell’originale: se l’originale è scritto bene, si impegna a verificare accuratamente la terminologia, l’aspetto più importante in questo tipo di testi. GA, a proposito dei testi di marketing, ribadisce l’influenza del modo di rivolgersi agli acquirenti o visitatori del sito internet.

4. Su quali aspetti focalizzate l’attenzione durante la revisione (stile, grammatica, terminologia…)?

In base al tipo di testo si focalizza l’attenzione su determinati aspetti: se la traduzione è tecnica si vedono gli aspetti terminologici, se è pubblicitaria lo stile è più rilevante. Ma, come dice GA, a volte il testo specifico detta le regole della revisione e invita a considerare maggiormente alcuni aspetti piuttosto che altri perché leggendo saltano all’occhio delle stonature. AC elenca diversi fattori che influenzano le caratteristiche che bisogna controllare: lo scopo, le esigenze del cliente, il traduttore stesso. CM, invece, offre delle considerazioni diverse, influenzate dal suo lavoro di project manager. Secondo lei, è importante guardare gli errori di forma, sintassi, comprensione del testo, poiché le capita spesso di incontrare traduttori che scrivono male, sono poco accurati, fanno errori ortografici. Sono frequenti superficialità e poco ragionamento. La cosa più importante è vedere se il traduttore sa giustificare quello che ha fatto. Un altro difetto assai diffuso è il mancato rispetto delle indicazioni fornite, come ad esempio l’uso della terminologia riportata in un determinato documento. Non mancano neppure i commenti negativi sui revisori: non lavorano bene, lo fanno malvolentieri, danno per scontato che si conosca la loro lingua madre, anche quando non è tra quelle più diffuse.

5. Qual è la vostra reazione di fronte a errori gravi? È possibile il dialogo con il traduttore?

Il dialogo tra revisore e traduttore non è mai diretto, ma è mediato dal project manager (PM). Il revisore manda una segnalazione al PM se incontra errori gravi. GA, ad esempio, a volte stila una tabella con le parti della traduzione da un lato e le correzioni dall’altro da mandare al PM, e questi decide se contattare il traduttore. Se c’è un rapporto di lavoro pluriennale e diretto o se il traduttore si è rivolto per primo al revisore, non si fa ricorso al PM. CM sottolinea che il traduttore apprezza se viene contattato, è maggiormente stimolato a lavorare con serietà, e dal suo approccio si può dedurre il suo grado di scrupolosità.

6. Quali sono le caratteristiche del testo di partenza: a volte capita che l’autore non sia madrelingua?

È frequente che il testo di partenza sia scritto male o sia impreciso, generando in tal modo interpretazioni errate. I testi inglesi non sono scritti quasi mai da madrelingua e pertanto spesso presentano una lingua “inesistente”, come l’ha definita GA. Per il revisore avere di fronte un testo che si presta a più interpretazioni rende il lavoro più lungo e complesso, mentre il traduttore può essere indotto a fare errori gravi se non ha una conoscenza molto approfondita dell’argomento. I testi tecnici sono spesso scritti male e inoltre il testo di partenza può essere a sua volta una traduzione.

7. Quanto influiscono fattori esterni come tempo, costi, difficoltà nel reperire revisori?

I fattori più rilevanti sono i tempi e i costi, strettamente correlati tra di loro, che condizionano il lavoro di revisione quando sono limitati. AC incontra problemi di tempo nel gestire traduzioni e revisioni contemporaneamente, e spesso sono queste ultime ad essere eseguite più in fretta. È evidente che, sulla base del tempo a disposizione, si può fare una revisione più o meno accurata, ma se il testo è davvero scritto male bisogna controllarlo in ogni caso. CM aggiunge anche la difficoltà nel reperire revisori, affermando che non si ha tempo di cercare il doppio delle risorse programmate e sarebbe quindi utile avere un team di persone già pronte. Anche l’uso dei software è efficace, ad esempio il QA check è pratico per manuali e stringhe di software, ma non per testi discorsivi. È utile inoltre usare gli strumenti di traduzione assistita anche per testi di marketing. Cristina Milan spesso lo fa in quanto è il cliente a richiederlo e non ha mai riscontrato lamentele.

8. Fate la revisione su carta o su schermo?

Le risposte a questa domanda sono interessanti e probabilmente dettate da una questione generazionale di abitudine a leggere sul computer. GA, AC e BL preferiscono rivedere su carta, in quanto la lettura è più semplice. CM, invece, la più giovane, è abituata a usare i due schermi del suo computer: per i manuali integra lo schermo con la carta, per le cose brevi va bene lo schermo.

9. Ricevete sistematicamente del feedback dai traduttori sulle vostre revisioni?

CM, anche e soprattutto per il suo ruolo di project manager, dialoga con i traduttori. Il suo approccio è proporre la sua traduzione come opzione e lasciar decidere il traduttore: in questo modo è riuscita a stabilire un dialogo costruttivo. Le lamentele sulla revisione sono rare, più frequenti quelle sulla scarsa qualità del testo di partenza. GA e AC ripetono di non aver contatti diretti con i traduttori, ma in generale non hanno mai avuto problemi. BL, invece, ha avuto esperienze negative con traduttori con tanti anni di esperienza un po’ presuntuosi e convinti di non sbagliare mai.

10. Come definite la revisione?

Dare una definizione di revisione è un compito arduo. CM è infastidita da chi scrive male o non si impegna abbastanza nelle ricerche. La revisione per lei è vedere come il traduttore ha lavorato, se è stato professionale, come ha motivato le scelte, vedere se c’è dietro un ragionamento. Per GA è leggere il testo con altri occhi. AC e BL si soffermano sulla difficoltà di essere imparziali e frenarsi dallo svolgere il ruolo della maestra, cercando di trattenersi dall’imporre inutili preferenze di stile. AC, infatti, la definisce come la lettura critica di una traduzione partendo dal presupposto di intervenire il meno possibile. Il fatto di avere poco tempo aiuta a controllarsi, come sostiene BL.

3.2 Direzione Generale della Traduzione

Grazie all’esperienza di tirocinio svolta da Sara Di Nisio presso la Direzione Generale della Traduzione della Commissione europea a Bruxelles, è stato possibile osservare direttamente come avviene la revisione nel centro di traduzione comunitario. Nel suo intervento dal titolo “Translation at the European Commission: quality criteria and quality assurance” Ágnes Farkas, membro del dipartimento di ungherese alla DGT, spiega che i documenti vengono suddivisi in cinque “translation quality types” con diverse esigenze traduttive, validi in tutti i dipartimenti linguistici.

Il tipo A riguarda i testi legali destinati alla pubblicazione: decisioni, direttive, regolamenti, comunicazioni, bilancio, etc., che hanno conseguenze legali, finanziarie e politiche e quindi non possono contenere assolutamente errori. Nella traduzione e nella revisione si applicano gli standard di qualità più elevati in materia di completezza, terminologia, chiarezza e conformità alle esigenze linguistiche e idiomatiche della legislazione europea.

Il tipo B include documenti legati all’immagine della Commissione che dovranno essere pubblicati e di alta priorità, come comunicati stampa, traduzioni web, newsletter. Le loro principali caratteristiche devono essere la fluidità e la perfezione stilistica, i richiedenti specificano i destinatari per ogni documento. I criteri di revisione sono gli stessi della tipologia precedente.

Il tipo C comprende documenti ufficiali da pubblicare che non rientrano nei primi due tipi: informazioni, documenti di lavoro, moduli, regolamenti interni. La traduzione deve riportare in modo perfetto il contenuto e il significato; non è necessaria la revisione totale, è obbligatoria quella parziale o la rilettura.

Nel tipo D ci sono documenti a scopo informativo per uso interno, tra i quali verbali di riunioni, richieste di esenzione da parte degli Stati membri, richieste di aiuti, relazioni degli Stati membri per uso interno. Bisogna rispettare requisiti di completezza, accuratezza di significato, contenuto, lingua e terminologia. È raccomandata la revisione parziale o la rilettura.

I documenti del tipo E, come articoli di giornale e documenti secondari, sono tradotti esclusivamente per uso interno e a scopo di comprensione di base. Il lettore di arrivo è spesso una sola persona, ed è sufficiente trasferire il significato e il contenuto del testo. Non è richiesta la revisione.

Per verificare l’applicazione pratica delle procedure sopra descritte, è stato chiesto gentilmente ai traduttori e alle traduttrici del dipartimento di traduzione italiana di rispondere a un breve questionario via e-mail. In tutto sono state ricevute le risposte di circa dodici traduttori. In questa sede si è scelto di commentare in particolare le risposte fornite da Giorgio Tron, Paola Staboli, Robert Trevisiol, Carlo Gracci e Claudio Fischer, i quali hanno cortesemente accettato di sottoporsi a un’intervista più approfondita. Le domande sottoposte ai traduttori della DGT rispecchiano solo in parte il questionario a cui hanno risposto le traduttrici di Ic.Doc., in quanto sono state adattate al diverso contesto lavorativo.

1. Quando fate una revisione, confrontate sempre la traduzione con il testo originale o a volte leggete soltanto la traduzione?

La risposta generale è stata che il tipo di revisione dipende innanzitutto dal tipo di testo. Un testo legislativo, specie se di diretta applicazione come un regolamento, deve essere rivisto confrontando attentamente la traduzione con l’originale, in quanto bisogna essere estremamente precisi e riportare ogni singola parola. In testi più discorsivi, invece, è importante veicolare il messaggio, ci si può discostare dall’originale e rielaborare il testo usando un linguaggio più vicino al lettore. “In questi casi per il revisore (ma anche per il traduttore, nella misura in cui è sempre anche revisore di sé stesso) l’impressione che si ricava dalla semplice e diretta lettura della traduzione è fondamentale” (GT).

2. Come vi comportate di fronte a errori gravi?

Quando si incontrano “errori gravi di senso, di controsenso (che falsano la comprensione del testo)” (CG), si cerca di confrontarsi con il traduttore, se possibile prima di consegnare la traduzione. Si tratta, però, di errori che in ogni caso vanno corretti. Interessante è l’approccio di Giorgio Tron, il quale cerca di instillare l’abitudine al dubbio, soprattutto nei colleghi più giovani. Sbaglia facilmente, infatti, chi è troppo sicuro di sé. Dubitando s’impara, e si sbaglia anche meno.

3. Che differenza c'è tra la revisione di testi di traduttori freelance e interni?

Il problema maggiormente sentito riguardo ai freelance è il loro anonimato: “alla DGT sono identificati con un numero, non si conosce la loro identità” (PS). Nessuno ama rivedere testi di freelance in quanto la qualità è molto altalenante (può essere molto buona ma anche pessima) e non è possibile instaurare un dialogo con loro. “Si fa uso di aggiunte, cancellazioni, note del traduttore per far seguire loro determinati criteri” (CG).

4. Qual è l’influenza del fattore tempo nella revisione?

Si tratta di un problema sentito dai traduttori, e influenza molto la revisione. “Chi assegna il lavoro deve fare in modo di sollecitare il traduttore a consegnare il testo in tempo per non affrettare il revisore nel controllo. Non c’è una misura di tempo fissa per la revisione in funzione dell’importanza e della destinazione del documento” (CG). Nell’unità web, che gestisce le traduzioni dei testi da inserire nel portale internet della Commissione europea, il tempo è molto limitato, a volte i testi devono essere consegnati nel giro di poche ore. Nel momento in cui il testo viene tradotto usando l’interfaccia di TagEditor di SDL Trados possono sorgere problemi di formattazione di tabelle Excel all’interno di documenti di formato XML e HTML. I testi destinati alla pubblicazione su internet, infatti, devono essere convertiti in formato TTX con TagEditor per poter utilizzare la memoria di traduzione. “Nella revisione non si incontrano difficoltà di formattazione, a volte si spostano solo dei tag per parole in grassetto o corsivo. Bisogna fare attenzione perché in certi casi gli autori mettono male i tag nel testo” (CF).

5. Quali sono le caratteristiche del testo di partenza?

RT spiega che i testi originali in francese e inglese raramente sono scritti da autori madrelingua. Conoscendo l’iter decisionale e l’argomento, il traduttore può cercare di capire un testo che dal punto di vista linguistico può essere “precario”. L’iniziativa “Fight the fog” portata avanti all’interno della DGT per una scrittura chiara in inglese cerca appunto di risolvere la precarietà linguistica dei testi originali.

6. È sempre chiaro lo scopo della traduzione?

Lo scopo della traduzione oggi è molto più chiaro rispetto al passato, “esiste una classificazione di testi in base ai destinatari, interni o esterni” (CG). I testi destinati al grande pubblico sono certamente i più delicati, e necessitano di maggiore attenzione. RT nota che alcuni propongono di far “ripulire” la versione finale da un giornalista, in quanto i traduttori scrivono in modo burocratico, ma il loro vantaggio rispetto ai giornalisti è di non ricorrere alla semplificazione estrema.

7. Qual è la reazione dei traduttori alle revisioni altrui e qual è la vostra esperienza personale a riguardo?

Di solito i traduttori non accettano di buon grado la revisione dei propri testi, anche se a parole si afferma il contrario. “Spesso il traduttore è poco esperto, accetta le correzioni senza discutere, ma ci sono anche dei revisori troppo pignoli e autoritari. In genere, se il revisore è una persona che crede nella qualità del lavoro di traduzione, si impara molto da lui”, dice giustamente CG. In generale tutti hanno detto di aver imparato molto dai propri revisori quando erano giovani, anche se a volte avevano delle fissazioni, come rifiutare l’uso del verbo “adottare” riferito alle leggi (questo aneddoto è stato menzionato sia da RT sia da CG). RT dice che era ammirato nel vedere come il suo revisore riuscisse sempre a sfoltire, snellire qualsiasi frase: anche solo per risparmiare una parola ricostruiva la frase, ed era davvero più breve, chiara, efficace, esplicita. Molto simpaticamente, GT invece afferma che se dice, come pensa, che ha imparato qualcosa, ma non ‘molto’, rischia di passare per presuntuoso; se dice, sempre come pensa, che c'è sempre da imparare da tutti, rischia di passare per falsamente modesto e di dire una banalità.

8. Come procedete nell'autorevisione?

GT ha risposto che procede nell’autorevisione “dubitando di tutto ciò che ha scritto e considerandolo a priori insoddisfacente; situazione esistenzialmente e professionalmente insostenibile, che lo spinge a dare una soluzione ragionevolmente soddisfacente almeno a buona parte dei dubbi che lo tormentano”. I metodi sono molto personali: si può rivedere più volte uno stesso punto durante la fase della traduzione per cercare di correggere il meno possibile alla fine, come fa RT, oppure rivedere tutto solamente alla fine come CG. PS invece consiglia di non soffermarsi di fronte a degli ostacoli e affrontarli alla fine della traduzione. È spesso comunque valida l’affermazione di RT, secondo cui più si legge e più si vuole aggiustare.

9. Come definite la revisione?

Per GT è forse il momento della resa dei conti, e dell'ultima chance. In generale rivedere significa soffermarsi su alcuni aspetti del testo, leggerlo e rileggerlo per controllare che sia conforme all’originale e apportare correzioni se necessario. CG nota che all’aumentare dell’esperienza dei traduttori il lavoro migliora e le correzioni apportate dal revisore sono minori. Secondo RT, “fa ineluttabilmente parte del lavoro del revisore esperto traghettare una traduzione da brutta e fedele a bella e infedele” (nelle piccole cose).

4. Il progetto di revisione linguistica diversificata e la check list: una proposta di approccio pratico alla revisione

La traduttrice Anna Chinellato del centro di traduzioni Ic.Doc di Bologna si è occupata di un progetto di ricerca all’interno dell’azienda denominato “revisione linguistica diversificata”, finalizzato a trovare dei metodi di revisione alternativi al controllo sistematico del testo tradotto da parte di una persona diversa dal traduttore. Durante il periodo di tirocinio all’Ic.Doc, Sara Di Nisio ha contribuito allo sviluppo del progetto stilando una check list, ossia un elenco di punti selezionati dal project manager (PM) sui cui il revisore deve concentrare l’attenzione durante la verifica del testo. Come materiale di riferimento sono stati utilizzati esempi di check list già usate in agenzia da traduttori o PM per determinati tipi di documenti, schede di valutazione per traduzioni di prova assegnate a traduttori che propongono la loro candidatura, spunti presi da interventi a convegni sulla qualità della traduzione, check list usate dai traduttori freelance per la Direzione Generale della Traduzione della Commissione europea, esempi di check list trovate in Internet.

Lo scopo era di redigere una check list il più esaustiva possibile, includendo tutti gli aspetti che possono essere rilevanti tanto in un testo tecnico, quanto in un testo divulgativo o discorsivo, tradotto con o senza l’ausilio degli strumenti di traduzione assistita. Spetta poi al PM personalizzarla e adattarla alla traduzione specifica togliendo o aggiungendo dei punti e chiedendo al revisore di focalizzare la verifica su di essi.

Gli aspetti della check list sono stati suddivisi nelle aree di contenuto, correttezza, terminologia e aspetti linguistici. Solo due aspetti sono stati lasciati isolati dagli altri, il QA Check e i controlli specifici per cliente/commessa. Alla fine di ogni area è stato inserito il campo dei commenti per poter avere maggiore certezza che il revisore le abbia controllate tutte.

Viene presentata di seguito la check list.

Proposta di check list
 
•          QA CHECK
Ove possibile, verificare di aver eseguito il QA Check per controllare completezza del testo, incoerenze nella traduzione e nella terminologia, layout e formattazione, numeri.
 
Commenti
 
CONTENUTO
 
•       completezza
Controllare che sia stato tradotto tutto il testo originale (si presuppone una lettura completa).
 
•       correttezza di trasposizione
= Controllare che il senso del testo originale sia interpretato in maniera giusta in tutte le parti della traduzione (si presuppone una lettura completa).
= Controllare che i nomi dei file siano uguali agli originali.
= Controllare di aver localizzato correttamente numeri, valute, misure, data e ora.
= Controllare di aver riportato correttamente gli indici e i riferimenti a titoli, capitoli, paragrafi citati.
 
•       layout e formattazione
= Controllare che sia stato rispettato il layout indicato.
= Rivedere la traduzione nella forma originale.
= Controllare che siano stati conservati la numerazione, i caratteri, gli stili, le tabelle dell’originale.
 
•       rispetto dello scopo del testo
Controllare che la traduzione sia conforme allo scopo del testo e all’uso cui sarà destinato.
 
•       Modelli
Controllare di essersi attenuti ai modelli eventualmente forniti.
 
Commenti
 
 
CORRETTEZZA
 
•       correttezza ortografica
= Verificare di aver eseguito il controllo ortografico (usare uno strumento di spell check per controllare spazi, ortografia, punteggiatura, acronimi, nomi).
= Per i lavori fatti con CAT, controllare che la punteggiatura rispetti la segmentazione dell’originale.
 
•       errori di grammatica
Controllare che siano rispettate le convenzioni grammaticali, sintattiche e di punteggiatura della lingua target.
 
•       errori nell’originale
Controllare che, in caso di errori, inesattezze o discrepanze, non si sia modificato il testo, ma si siano segnalati gli errori al PM.
 
Commenti
 
 
TERMINOLOGIA
 
•       terminologia
= Controllare di aver rispettato l’uniformità terminologica.
= Controllare di essersi attenuti al materiale di riferimento eventualmente fornito, ad esempio un glossario.
= In caso di utilizzo di una memoria di traduzione, controllare che il testo sia coerente rispetto a traduzioni precedenti o parallele.
 
Commenti
 
ASPETTI LINGUISTICI
 
•       Stile
Controllare che il lessico utilizzato, il tono del linguaggio e il registro linguistico siano conformi alla tipologia testuale.
 
•       scorrevolezza del testo
Controllare che il testo risulti scorrevole alla lettura, chiaro e comprensibile.
 
•       Citazioni
Controllare che citazioni e titoli di atti giuridici o altri documenti siano riportati nella traduzione ufficiale esistente.
 
•       aspetti interculturali
= Controllare che le espressioni idiomatiche siano state tradotte con un’espressione equivalente o, se non esiste, in un modo comprensibile nella lingua di arrivo.
= Verificare l’adeguatezza, la forma, la correttezza ortografica di parole straniere usate nel testo.
= Controllare che i riferimenti interculturali siano inseriti in modo giusto nel testo.
 
Commenti
 
•          Controlli specifici per cliente/commessa
Di seguito alcuni esempi per fare capire come può essere personalizzata la checklist:
 
= Controllare che il termine X sia stato tradotto sempre con il termine Y.
= Controllare che il termine X non sia stato usato, come segnalato dal cliente.
= Controllare che siano state seguite le istruzioni dell’e-mail del XX/XX/XX.
= Controllare che i nomi dei pulsanti siano rimasti in inglese con traduzione tra parentesi accanto/siano stati tradotti/corrispondano alle traduzioni fornite/etc..
Versione definitiva della check list

Purtroppo fino ad ora non è stato possibile sperimentare la check list in maniera pratica, in quanto in nessun team si è presentata l’occasione di poterla proporre a un revisore. Le opinioni sulle quali si basano le seguenti considerazioni sono state esposte dalle traduttrici intervistate sulla revisione, Cristina Milan, Giovanna Astorri e Brigitte Laimer.

Le tre traduttrici ritengono che la check list sia uno strumento pratico ed efficace dal punto di vista sia del PM sia del revisore. Se si riesce a instaurare un rapporto di proficua collaborazione tra i due, nel momento in cui il revisore si accorge che il testo avrebbe bisogno di essere controllato più a fondo, questa operazione può essere portata avanti senza eccessivi disagi per quanto riguarda costi e tempi.

Come ha proposto Anna Chinellato, prendendo spunto da quello che avviene alla DGT, potrebbe rivelarsi di grande efficacia associare la check list a una classificazione dei testi in base al tipo di revisione di cui hanno bisogno. Si tratta evidentemente di un impegno non poco oneroso, ma che avrebbe il vantaggio di standardizzare la prassi della revisione e facilitare al PM il compito di valutare il modo migliore per calcolare tempi e costi di ogni progetto. Avendo a disposizione una sorta di schema con le azioni da intraprendere per ogni testo, il PM impiegherebbe meno tempo ad organizzare le tappe necessarie per ogni commessa.

Finora purtroppo non c’è stata l’occasione di testare a fondo la check list in azienda, per problemi dovuti a cambiamenti interni strutturali e organizzativi. Alcune project manager hanno inviato al revisore una versione ridotta della check list adattata al testo da rivedere, ma spesso non è stata ricevuta completata.

Bibliografia

Chinellato, A. (2008-2009). Revisione linguistica diversificata, Ic.Doc, Bologna, Italia

Cosmai, D. (2003). Tradurre per l'Unione europea: problematiche e strategie operative. Milano: Hoepli

Farkas, A. (2006). Translation at the European Commission: quality criteria and quality assurance. 

Heaton, J. (2008). Using EN 15038:2006 as an assessment tool. Sandpoint, USA: MultiLingual Computing, Inc.

Magris, M. (1999). “Il processo della revisione e la qualità del testo finale: alcune riflessioni basate su un manuale di infermieristica”. Rivista internazionale di tecnica della traduzione, Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori dell’Università di Trieste. 4: 133-156

Martin, T. (2008). Managing risks and resources: a down-to-earth view of revision. http://www.jostrans.org/issue08/art_martin.php, Jostran, The Journal of Specialised Translation

Mossop, B. (2007). Revising and editing for translators. 2nd Edition. Manchester, UK & Kinderhook (NY), USA: St. Jerome Publishing

Scarpa, F. (2008). La traduzione specializzata: un approccio didattico professionale. 2. ed. Milano: Hoepli

Norme di riferimento

UNI EN 15038:2006 Servizi di traduzione – Requisiti del servizio. Milano: UNI

Sitografia

Apsic:
http://www.apsic.com/en/products_xbench.html, www.apsic.com, ApSIC, (ultima visita: 9 agosto 2011)

Proz.com The translation workplace:
http://www.proz.com/translation-articles/articles/1180/1/Review-of-Translation-Quality-Assurance-Software, www.proz.com, (ultima visita: 9 agosto 2011)

Note

[1]Le citazioni tra virgolette di questo paragrafo sono tratte dalla versione italiana della norma UNI EN 15038 con testo a fronte inglese.

©inTRAlinea & Franco Bertaccini & Sara Di Nisio (2011).
"Il traduttore e il revisore nei diversi ambiti professionali", inTRAlinea Special Issue: Specialised Translation II.
Stable URL: https://www.intralinea.org/specials/article/1800