La traduzione e le nuove tecnologie

Tradurre su supporto elettronico

The Editors

 

©inTRAlinea & (1998).
"La traduzione e le nuove tecnologie", inTRAlinea .

This article can be freely reproduced under Creative Commons License.
Stable URL: https://www.intralinea.org/editorials/article/1734

Le idee più stimolanti sulla traduzione ormai sono indissolubilmente legate allo sviluppo delle cosiddette nuove tecnologie.

L'introduzione di nuovi strumenti e supporti tecnologici rimette in discussione la pratica della traduzione scritta così come è stata conosciuta finora, legata al supporto cartaceo. Un cambiamento che inevitabilmente coinvolge la stessa riflessione sulla traduzione. Rispetto alla fissità della carta stampata, la flessibilità del supporto elettronico presenta delle opportunità ma solleva anche delle domande.

Da un lato, vi è sicuramente una maggiore accessibilità a testi già tradotti, disponibili in rete, e la possibilità di accrescerne il numero all’infinito. Dall’altro, la stessa accessibilità al testo da parte degli utenti, la possibilità cioè di modificarlo, ne mettono in rilievo il carattere temporaneo: da prodotto più o meno finito su carta, la traduzione sul nuovo supporto elettronico diventa un prodotto non finito. Un aspetto che implica il mutamento della stessa figura del traduttore.

Il quale, in un certo senso, depersonalizza il proprio prodotto, essendo quest’ultimo modificabile in “tempo reale” e condivide i “diritti d’autore” con altri potenziali traduttori. Da lavoro di un singolo, la traduzione può diventare frutto di un lavoro collettivo, raccogliendo suggerimenti di stampo interpersonale ed interdisciplinare. inTRAlinea vuole pertanto rendersi testimone (dall’interno) degli attuali sviluppi della riflessione sulla traduzione e, nel contempo, vuole essere strumento di pubblicizzazione pratica, sul campo, di quanto è in corso di realizzazione sia a livello teorico sia sotto forma di traduzioni vere e proprie.

Proponiamo quindi di considerare inTRAlinea, non come la versione elettronica di una rivista cartacea ma come un cantiere. Nel cantiere ci sono diversi settori: alcune costruzioni sono abbastanza stabili, anche se vengono sottoposte a un continuo lavoro di rifinitura ed espansione. In altri settori si mescolano le materie prime e non si sa cosa ne verrà fuori di preciso. Nel cantiere in questione vi sarà però spazio anche per l’accumulo e l’impiego di materiali “tradizionali”, conformi alle convenzioni della letteratura scientifica a stampa. L’esigenza di base è quella di costruire progressivamente un archivio di riflessioni e di elaborare gli studi in corso d’opera, intervenendo ad ampio spettro sulla traduzione nel suo complesso, sfruttando innanzitutto le potenzialità del medium. Cemento dell’archiviazione e delle elaborazioni suddette vuole essere principalmente, ma non esclusivamente, la lingua italiana,  come si può evincere dalla testata della rivista, che di per sé include già problematiche traduttologiche in rapporto all’influsso della lingua per antonomasia delle nuove tecnologie su tutte le altre all’impatto che queste strumentazioni hanno e avranno sulla traduzione scritta. L’impiego della lingua italiana si giustifica non tanto con intenti sciovinistici o per voler disconoscere l’indiscussa supremazia e utilità veicolare del “computer(ingl)ese”, ma perché è in essa che gli operatori della traduzione italiani si trovano quotidianamente a dover risolvere le loro sfide professionali ed è con essa che la traduttologia italiana dovrà rispondere alle forti sollecitazioni delle nuove tecnologie.

Non ci sono scadenze. La comunicazione avviene in “tempo reale”, ovvero a chiunque ne faccia richiesta verrà inviato un avviso di aggiornamento quando la redazione ritiene di presentare una versione superiore (sul modello delle versioni del software).

Visitate il cantiere, insomma, vedere per credere e capire.

©inTRAlinea & (1998).
"La traduzione e le nuove tecnologie", inTRAlinea .

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