Le necessità dei sordi: TV e vita quotidiana

By Emiliano Mereghetti (ENS)

Abstract

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Basato sulla trascrizione del contributo presentato a Forlì il 17 novembre 2006.

Keywords: necessità dei sordi, sottotitolazione, sottotitolazione preregistrata, constrained writing, carenze, needs of the deaf, pre-recorded subtitling, improvements

©inTRAlinea & Emiliano Mereghetti (2006).
"Le necessità dei sordi: TV e vita quotidiana"
inTRAlinea Special Issue: Respeaking
Edited by: Carlo Eugeni & Gabriele Mack
This article can be freely reproduced under Creative Commons License.
Stable URL: https://www.intralinea.org/specials/article/1697

Sono stato negli Stati Uniti e ho visto molta differenza, quantitativa e qualitativa, nei programmi sottotitolati rispetto all’Italia, per non parlare della BBC, che noi sordi consideriamo dei marziani: sottotitolano l’80% dei loro programmi e vogliono raggiungere il 100% entro il 2008.

Come persona sorda, oltre che come utente del servizio, trovo la sottotitolazione in Italia molto povera. Dal mio punto di vista non è sufficiente poter vedere alcuni film sottotitolati al cinema o alcuni programmi alla televisione. L’interesse dei sordi è più vasto, si estende a tutti gli ambiti della vita sociale e quindi non solo i mass media, ma anche il teatro, le conferenze, i dibattiti politici, i corsi di cucina - tanto per non confondere il sale con lo zucchero! L’integrazione è questa, sia con la LIS, sia con le sottotitolazioni. Le due cose vanno a braccetto, perché non tutti i sordi possono avere la medesima proprietà linguistica, alcuni sordi preferiscono la LIS e bisogna rispettare la loro scelta.

Nel mondo di oggi la comunicazione è estremamente importante, molto più rispetto a vent’anni fa, e lo è ancora di più per noi sordi che siamo sempre emarginati e esclusi. Oggi qui io non sono l’unico sordo che presenta una relazione, ce n’è anche un altro, ma fino ad ora hanno parlato solo gli udenti ed è così dappertutto: parlano solo gli udenti. Per capire il sordo, per capire realmente le cose, bisogna invece immedesimarsi nella persona sorda. Noi siamo sicuri che dobbiamo sempre correre dietro al progresso, mai fermarci, altrimenti saremo spacciati.

Tornando al tema di oggi, la RAI e le maggiori TV private, tra le quali Mediaset, non offrono sufficienti programmi ai sordi. Sottotitolare i film e alcuni programmi non è sufficiente. Il mio sogno è poter vedere i sottotitoli in qualsiasi programma, compresa la pubblicità, che è l’anima del commercio. Perché la pubblicità? Perché nella comunità udente molte volte parlano della pubblicità, imitano gli attori della pubblicità per fare delle battute e noi sordi non possiamo mai capirle. Sembriamo così stupidi! Invece non è vero. Per questo dico che anche noi abbiamo il diritto di conoscere la pubblicità - poi ciascuno può decidere che cosa usare e che cosa non usare. Certo, sottotitolare i film è di estrema importanza, ma forse è anche più facile rispetto ad altri tipi di trasmissione.

Noi sordi paghiamo il canone TV come gli udenti, ma non possiamo seguire tutto quello che sentono gli udenti. E’ giusto questo? Io penso che accada perché molte delle persone coinvolte nella produzione e gestione di questo servizio non conoscono la comunità sorda e non ascoltano le nostre esigenze. Non c’é un rapporto di scambio di conoscenze. Noi che siamo i fruitori ultimi, gli utenti di un servizio, non siamo mai interpellati per verificarne la qualità. Le televisioni che hanno uno staff interno e che appaltano il servizio di sottotitolazione a società esterne non chiamano mai persone sorde per collaborare alla realizzazione dei sottotitoli (escludendo ovviamente i primi rapporti tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma e la Rai). Solo quando c’è una campagna elettorale tutti promettono, ma poi non succede niente. Fino all’ultimo incontro del 2001 tra le parti interessate per fare il punto della situazione. Ma a questo incontro non è seguita una maggiore relazione lavorativa tra produttori di contenuti e comunità sorda.

Quali sono i difetti che dopo vent’anni affliggono ancora le sottotitolazioni? Innanzitutto, non c’é fedeltà linguistica, i testi vengono eccessivamente ridotti e sintetizzati e così perdono il livello significativo ed emotivo che la lingua parlata esprime. I sottotitoli non specificano il tipo di lingua parlata, i modi di dire, pensano che i sordi non siano in grado di capire la lingua italiana. Sbagliano!

In secondo luogo, le emozioni, il tipo tonale, che sono molto importanti; ironia, sarcasmo, umorismo, gioia, tristezza, ecc. vengono trasmessi proprio con una alterazione tonale che raramente viene riportata nei sottotitoli. Oltre tutto, la sottotitolazione, così come funziona oggi è destinata anche ad un pubblico udente, per esempio a chi vuole imparare una lingua, o agli extracomunitari, ma è formalmente diversa da quella per i sordi. Infatti le voci fuori campo, i rumori esterni non vengono mai riportati nella sottotitolazione, anche se in molti casi per capire appieno un programma, basti pensare ai film dell’orrore (io non sono un tecnico, io sono un utente del servizio), è necessario porsi le seguenti domande: a chi è rivolto il sottotitolo? la sottotitolatura è pensata per un pubblico udente oppure per un pubblico sordo? e via dicendo.

C’é molta differenza in termini di produzione tra i sottotitoli per i programmi preregistrati e quelli in tempo reale di cui stiamo discutendo oggi e che prevedono una particolare attenzione sulla forma linguistica. A maggior ragione, in questo caso è fondamentale la conoscenza delle persone sorde e della loro cultura, perché nella sottotitolatura in diretta i tempi sono molto ristretti, e quindi è indispensabile sapere come ripetere, tradurre, interpretare e adattare un discorso, un dialogo, un’intervista per fornire un servizio che sia il più possibile comprensibile per i sordi.

Noi sordi cerchiamo sempre con l’informazione di adattarci alla maggioranza linguistica, ma purtroppo non sempre si viene incontro alle nostre esigenze. Per esempio oggi ci sono concessi solo dieci minuti per parlare e spiegare argomenti che richiederebbero molto più tempo e molta più attenzione. In Italia la sottotitolazione è ancora considerata sperimentale, pensate, sperimentale - dopo vent’anni, è ancora sperimentale!

Concludo ripetendo che i migliori risultati avvengono con la collaborazione tra sordi e udenti. Una collaborazione per migliorare le nostre capacità e per conoscere le persone con cui viviamo nello stesso mondo.

About the author(s)

Emiliano Mereghetti è responsabile del centro di ricerca dell'ENS di Milano. Tra i suoi interessi la storia dei sordi e la linguistica della LIS, che studia dal 1978.

Emiliano Mereghetti is in charge of the research centre of the Italian Institute of the Deaf. He studies the Italian Sign Language since 1978. He is also interested in the field of deaf history and linguistics.

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