Una panoramica sugli strumenti di traduzione assistita disponibili come software libero

Abstract

The purpose of this work is to present an overview of computer-assisted translation (CAT) tools available as Free/Libre and Open Source Software (FLOSS), with a sidelong glance at software localization. In Chapter 1 general concepts about CAT are reviewed and an eight-stage model of the translator's workflow is presented in an attempt to define what tasks translation technology can be expected to accomplish. Chapter 2 is about the historical roots of the FLOSS movement with particular emphasis on how its advantages can be beneficial to translators (open standards, market-driven prices, real ownership of software and full control over data). As far as software localization is concerned, after defining some of the basic underlying concepts in Chapter 1, the FLOSS approach to multilingualism is dealt with in the following chapter, presenting the GNU Gettext framework as a case in point and examining the way it copes with the most frequent localization issues such as plurals, disambiguation, accelerators and placeholders. The two motifs of CAT and localization are brought together in Chapters 3 and 4, which aim at explaining how Free Software can be used in the various stages of the translation process as a possible alternative to proprietary tools as well as describing the most common localization tools employed by FLOSS contributors. Every program is analysed critically in comparison with the others (libre and proprietary) performing a similar function, so as to identify both critical aspects and outstanding features of free CAT tools.

Nota

Il presente documento è stato scritto fra la fine del 2010 e i primi mesi del 2011 come tesi di laurea (magistrale). A questo si devono le date e le versioni di riferimento dei programmi analizzati che sono in parte ‘obsoleti’, così come il fatto che non tutte le informazioni presentate siano ancor oggi valide con la medesima attualità. A proposito di software libero, la prima stesura cartacea di questo lavoro è stata realizzata con LaTeX2ε su di un sistema operativo Debian GNU/Linux, mentre la successiva conversione in HTML è stata ottenuta in parte grazie al convertitore LaTeX2HTML e in parte a mano nel tentativo di ottenere una marcatura più aderente agli attuali standard XHTML/CSS.

Introduzione

In un recente intervento tenuto in occasione del FOSDEM 2011 Eben Moglen afferma che il software oggi occupa lo stesso ruolo che nel ventesimo secolo ha rivestito l'acciaio per lo sviluppo dell'economia ed il sostegno del potere. Il software è il componente fondamentale alla base di tutto ciò che ci circonda, dal momento che il potere e l'economia — e quindi la libertà e il benessere degli individui — dipendono da esso in misura sempre maggiore.

Una delle idee centrali alla base del movimento da cui è nato del software libero è proprio restituire all'utente la proprietà e il pieno controllo del software installato sulla sua macchina, tenendo come postulato imprescindibile il diritto inalienabile alla libertà individuale, alla protezione dei propri dati e all'autodeterminazione. Una parte di questo lavoro nasce come il resoconto del mio percorso individuale di avvicinamento a questo modo di intendere il software, così radicalmente diverso da quello trasmessomi dall'ambiente in cui ero cresciuto e mi ero formato.

Il mio incontro con il software libero risale a circa tre anni fa, quando in occasione dell'acquisto di un computer nuovo mi vidi costretto a comperare anche la licenza di un diffuso sistema operativo proprietario da me non richiesto ma soprattutto ostico, inaffidabile e decisamente poco funzionale, senza che mi fosse stata concessa alcuna possibilità di scelta.

Scoprii presto che, oltre a ciò, non mi sarebbe stato consentito senza ulteriori esborsi di denaro di installare la versione precedente del sistema operativo né i programmi indispensabili (videoscrittura, foglio di calcolo, gestione informazioni personali), seppur da me regolarmente acquistati, se non lasciando sguarnito il vecchio computer perché la copia era permessa su una sola macchina, indipendentemente dal fatto che l'utente, e cioè io, fosse rimasto inalterato.

Era chiaro che qualcosa non andava e la mia prima reazione fu di sentirmi vittima di un imbroglio. Poi, mi resi conto che la colpa non era di altri: la responsabilità era mia e soltanto mia, dal momento che accettando gli EULA del software proprietario mi ero deliberatamente e, anzi, avevo pagato per essere sottoposto a un simile trattamento. Decisi che quello sarebbe stato il mio ultimo clic sul pulsante ‘I Agree’ di un accordo di licenza vessatorio e, spinto da una buona dose di curiosità — disturbo da cui è affetto in qualche misura ogni traduttore — installai una distribuzione GNU/Linux.

Questo è stato l'inizio di un periodo tutt'ora ininterrotto di scoperta di un mondo di cui fino a prima ignoravo l'esistenza, di piccole conquiste personali in cui quel che mi sembrava irraggiungibile è diventato di volta in volta possibile, e di continua e costante crescita in termini di consapevolezza che, in parte, ho cercato di trasmettere nelle pagine che seguono.

Durante tutto il mio percorso nel movimento libero ho ricevuto molto, sia sotto forma di conoscenza che di software, sottolineando, per inciso, che non pochi considerano le due cose come i due membri di una stessa equazione. Contribuire nell'unico modo alla portata delle mie capacità, vale a dire offrendomi come volontario nelle comunità di localizzazione dei programmi che utilizzavo con maggiore frequenza, è stata una naturale conseguenza della mia partecipazione per rendermi utile.

Anche questo lavoro, in cui verranno esposte alcune riflessioni introduttive sul software libero e prese in considerazione le soluzioni libere per ogni fase del processo traduttivo, intende essere un minuscolo contributo alla diffusione di questo movimento, nella speranza di dimostrare che esistono valide alternative al software proprietario anche nel campo della traduzione assistita.

In questo senso, spero di poter essere utile per prospettare nuovi orizzonti ai miei colleghi studenti, i traduttori di domani, in modo che siano più consapevoli delle alternative ai consueti programmi di traduzione assistita e magari, spinti dalla mia stessa curiosità, decidano di intraprendere qualche esperienza ‘sul campo’ di localizzazione ai cui principi sono fatti numerosi richiami in queste pagine.

Questo lavoro può anche essere utile ai professionisti già attivi nel campo della traduzione che desiderino prendere in considerazione le alternative libere per la loro attività e, una volta scoperte le potenzialità più o meno celate in questo ambito, prestare il loro contributo alla crescita del software libero.

All'interno di ogni progetto vi è infatti una serie di gruppi di localizzazione molto attivi e soprattutto ben disposti accogliere traduttori, anche se in formazione e con poca o virtualmente nessuna esperienza. Chiunque abbia una buona conoscenza dell'inglese e un minimo di curiosità verso l'informatica può trovare in questi gruppi di traduttori volontari un'ottima occasione per ampliare il proprio bagaglio di esperienze e (perché no?) contribuire attivamente a rendere migliori i programmi che usa quotidianamente.

In piena coscienza del fatto che anche i localizzatori attivi nel software libero, così come chi contribuisce in termini di codice, ‘donano’ il loro tempo agli utenti senza nulla chiedere in cambio con la differenza che spesso il lavoro dei primi viene considerato accessorio o dato per scontato, ove possibile ho sempre cercato di nominare (e ringraziare) i traduttori dei progetti citati.

In quanto analisi comparativa, questo lavoro contiene purtroppo anche qualche critica relativa ai programmi considerati. Non me ne vogliano, in ogni caso, i creatori e gli sviluppatori dei programmi liberi, senza dei quali nulla di ciò che qui viene esposto sarebbe stato possibile.

In questo contesto, il mio punto di vista vale per quello che è: l'idea di un ‘umile utente’ che, incapace di contribuire allo sviluppo in termini di codice, tenta di aiutare come può e di diffondere il software libero anche nell'ambito della traduzione assistita, ancora oggi largamente dominato dalle applicazioni proprietarie.

 

©inTRAlinea & Diego Beraldin (2013).
Una panoramica sugli strumenti di traduzione assistita
disponibili come software libero
, inTRAlinea Monographs
This work can be freely reproduced under Creative Commons License.
Permalink: http://www.intralinea.org/monographs/beraldin/

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