Peter Weiss: INFERNO

Uscito con testo a fronte e materiali critici il dramma postumo del grande autore ebreo tedesco

Peter Weiss: INFERNO. Testo drammatico e materiali critici.
A cura di Marco Castellari. Milano: Mimesis 2008 (Il quadrifoglio tedesco)


Proseguono le pubblicazioni della collana germanistica “Il quadrifoglio tedesco”.

Sito web: http://users.unimi.it/dililefi/quadrifogliotedesco.htm

INFERNO, dramma scritto nel 1964 e qui proposto in prima edizione italiana con testo a fronte, rimase manoscritto fino al 2003: l’autore lo aveva inteso quale prima parte della trilogia drammatica "Divina Commedia", mai portata a compimento, che del modello dantesco voleva essere una trasformazione attualizzante e del tutto mondana. In trentatré canti Weiss ci propone il ritorno-incubo dell’esule Dante nella sua città d’origine, che assomiglia assai più a un angolo della Germania del dopoguerra che alla Firenze del Trecento. Fatto oggetto di derisione, sfruttamento e tortura dalle figure grottesche quanto minacciose che il lettore italiano ben ricorderà immortalate nelle terzine infernali, il poeta comprende che nella commedia umana, troppo umana dell’aldiquà i colpevoli sono ancora impuniti e spadroneggiano in un mondo dove non vigono né contrappasso né giustizia. PETER WEISS (1916-1982), scrittore ebreo di lingua tedesca, dovette lasciare nel 1935 la Germania nazista e, dopo soggiorni a Londra e a Praga, raggiunse la Svezia, paese di cui assunse la nazionalità nel 1946 e in cui visse fino alla morte. Rimaste nel cassetto le prime prove letterarie in tedesco, fino agli anni Cinquanta affiancò alla scrittura in svedese, specie di prose liriche, una vasta e notevole produzione pittorica e la regia di film sperimentali. L’apprezzamento della critica giunse con il ritorno alla lingua madre nel micro-romanzo "L’ombra del corpo del cocchiereW (1959) e nei successivi romanzi autobiografici, il successo internazionale con il dramma "Marat/Sade" (1963) e con "L’istruttoria" (1965), oratorio documentario sul processo di Francoforte che diede finalmente avvio a un pieno confronto della società tedesca con la Shoah. Gli anni Sessanta rappresentarono il culmine della sua fama: i numerosi interventi sui temi più accesi del decennio engagé fecero di lui un autore controverso e, con il successivo riflusso, crescentemente osteggiato – da “destra” ma anche da “sinistra”. La sua monumentale "Estetica della resistenza" (1975-81), grandioso affresco e testamento spirituale incredibilmente ancora non tradotto in italiano, è l’ultimo grande romanzo-saggio del Novecento tedesco.

Posted by Marco Castellari on 4th Jan 2009
in New Publications

Go to top of page