Special Issue: Terminologia e traduzione: interlinguistica, intralinguistica e intersemiotica

Presentazione della raccolta

By Danio Maldussi & Eva Wiesmann (University of Bologna & Universty of Bergamo, Italy)

©inTRAlinea & Danio Maldussi & Eva Wiesmann (2023).
"Presentazione della raccolta"
inTRAlinea Special Issue: Terminologia e traduzione: interlinguistica, intralinguistica e intersemiotica
Edited by: Danio Maldussi & Eva Wiesmann
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Nuovo appuntamento con un numero speciale di inTRAlinea dedicato alla traduzione settoriale. La traduzione in senso lato, sferzata dai venti della traduzione automatica e del pre e post-editing, vive una situazione che da diverso tempo non possiamo più definire di passaggio. Non mancano gli interrogativi sul futuro della traduzione, al punto da mettere alla prova anche la didattica della stessa. Come sottolinea Anthony Pym:

When new technologies open new areas of superiority, one must expect established power to be threatened. Professional translators and their organizations will concede market space to the volunteers and paraprofessionals able to postedit machine translation output and apply translation memories, often with considerable success thanks to their specific area expertise and engagement. Power thus shifts from those who know translation to those who know and control the technologies: project managers, product engineers, marketing experts, for instance. (Pym 2011: 5)

Ora, la traduzione settoriale continua a preservare una sua vitalità e a destare interesse in quanto corre su un doppio binario: da un lato, quello della ricerca, più vivo che mai, come dimostra il quarto numero ad essa dedicato, dall’altro, l’universo professionale che si alimenta delle opportunità create dall’innovazione tecnologica.

A quattordici anni di distanza dall’uscita del primo numero speciale (Maldussi/Wiesmann 2009), dodici dal secondo (Maldussi/Wiesmann 2011), e nove dal terzo (Maldussi/Wiesmann 2014), è con immenso piacere che siamo in grado di presentare questa quarta raccolta internazionale dal titolo: Riflessioni terminologiche ai fini della traduzione interlinguistica, intralinguistica e intersemiotica che annovera, al pari delle precedenti, prestigiosi studiosi che hanno ritenuto importante accogliere l’invito a pubblicare i loro contributi in questo numero speciale di inTRAlinea, una scelta che leggiamo come un segnale di stima verso i curatori.

Il titolo riprende volutamente le intuizioni di Roman Jacobson, nel suo celeberrimo Aspetti linguistici della traduzione (1966). E forse, fatalmente, non poteva essere altrimenti. In un mondo traduttivo professionale scosso, come scrivevamo sopra, da fremiti tecnologici che fanno paventare in continuazione lo spettro della sua scomparsa, quando invece la sua sopravvivenza e perché no, la sua rinascita, sarebbero legate all’accettazione della sfida in uno spirito di fattiva collaborazione, abbiamo scelto di ritornare alle fondamentali distinzioni teoriche individuate da Jacobson, che non smettono di interrogarci. Distinzioni teoriche che trovano nella ricerca un terreno fertile che a sua volta alimenta riflessioni in grado di aprire nuovi orizzonti di studio, come ben rappresentano i contributi che abbiamo l’onore di ospitare qui, oltre alle già menzionate opportunità professionali.

Il presente numero speciale dedicato alla traduzione settoriale si configura come il naturale prolungamento dei primi tre. I diversi interventi da parte di studiosi universitari, accanto a tematiche più prettamente teoriche, annoverano lavori di stampo più applicativo, sempre nel segno delle lingue speciali.

Iniziamo la nostra breve rassegna partendo dal saggio di Micaela Rossi (Università di Genova, CIRM – Centro Interuniversitario di Ricerca sulle Metafore) intitolato Vulgariser e(s)t traduire: responsabilité et liberté dans le transfert interlinguistique des métaphores terminologiques issues de la pandémie. La pandemia, a detta dell’autrice, costituisce un «moment discursif» (Moirand 2021) che ha fatto da catalizzatore a svariate innovazioni lessicali e discorsive. Da qui la produzione di repertori terminologici quali WIPO, TERMIUM, TERMCAT per nominarne solo alcuni, interamente dedicati al lessico della pandemia. In una prospettiva interlinguistica, le metafore specializzate, in ragione della loro carica culturale, costituiscono un‘indubbia sfida per la traduzione. L’autrice si interroga sulla possibilità della loro traduzione, resa ancora più ardua dall’esistenza di isotopie sottostanti che ne guidano l’interpretazione. Un caso ancora più emblematico è costituito dalle cosiddette «metaphores figées»: l’autrice approfondisce tale problematica alla luce dei concetti di «disponibilità» di metafore nelle diverse lingue e di «opportunità» della loro traduzione. Di particolare interesse l’analisi delle metafore che possono essere raggruppate sotto il concetto metaforico condiviso: «la pandémie est une guerre».

Il saggio di Rachele Raus (Università di Bologna) intitolato Terminologie discursive et traduction: «mode de vie» vs «way of life / lifestyle» dans les documents institutionnels français et anglais de l’Union européenne (1964-2019) focalizza una problematica estremamente feconda dal punto di vista terminologico: l’apporto dell’analisi sociodiscorsiva ai fini traduttivi. Sulla base dell’esplorazione di un corpus Eur-lex che copre un arco di tempo che va dal 1964 al 2019, l’autrice analizza le modalità di utilizzo nell’euroletto del sintagma francese «mode de vie» e dei suoi equivalenti traduttivi «way of life» e «lifestyle». La scelta dell’arco temporale è da ricondurre alla comparsa nel 1964 del termine «style de vie» e alla presenza di un cosiddetto «moment discursif» (Moirand 2007: 4) rappresentato dal discorso di Ursula von der Leyen del 12 settembre 2019. La ricerca dimostra come tali diciture che appartengono all’ambito sociale e alla salute della persona, rinviino a concetti diversi in inglese, il cui modello non solo porta all’eliminazione delle differenze concettuali, ma anche delle sottostanti visioni dell’individuo. Si conferma pertanto l’ipotesi che un’analisi sociodiscorsiva dei termini possa arricchire le banche dati terminografiche,le quali generalmente adottano un approccio onomasiologo finalizzato alla normalizzazione mediante l’utilizzo di una metalingua, di annotazioni legate alla variazione sociolinguistica dei termini. Attraverso l’analisi discorsiva alla francese (Moirand 2020) e dell’interdiscorso (Paveau 2008) del concetto inglese di «lifestyle», introdotto nel 1973, l’autrice riesce a cogliere in un discorso di Jean-Claude Juncker del 2016 un momento chiave di trasformazione che la stessa definisce un «basculement discursif et lexical lié à la superposition des deux paradigmes ‘our + way of life / notre + mode de vie‘ et ‘European + way of life / mode de vie + européen’» che finisce per conferire al «nous» l’appartenenza europea.

Nel suo contributo dal titolo Kognitive Aspekte juristischer Terminologie und ihre Auswirkungen auf die Konzeptualisierung des Übersetzens Jan Engberg (Università di Aarhus) propone di superare l'approccio terminologico tradizionale basato sull'esistenza di un sistema concettuale al quali i termini rinviano, sostenendo che esso non tiene sufficientemente conto delle dinamiche sia sincroniche sia diacroniche e della natura linguistica dei termini. Al contrario, il frame approach della linguistica cognitiva qui applicato alla terminologia giuridica, permetterebbe una concettualizzazione terminologica che tiene in piena considerazione il sapere degli esperti del settore così come effettivamente viene comunicato e come può essere comunicato, risultando così più utile alla traduzione giuridica che vede coinvolti due distinti ordinamenti giuridici quali quello tedesco e quello danese.

Francesca Bisiani (Université Catholique de Lille) nel suo saggio Approcci metodologici per lo studio della terminologia giuridica multilingue nell’era dell’Intelligenza artificiale: il progetto didattico LEXTERM all’Università Cattolica di Lille si focalizza sulla prima fase di realizzazione della banca dati comparativa LEXTERM. Il progetto che ha una duplice valenza didattica e scientifica è attualmente in corso di definizione presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Lille. L’autrice riflette, in ottica contrastiva e sociodiscorsiva, sulla circolazione dei concetti giuridici nelle realtà multilingue e nei dispositivi di traduzione automatica nonché sull’impatto dell’intelligenza artificiale sulla variazione linguistica. Le finalità della ricerca sono principalmente due: in primo luogo, lo studio delle varianti e degli equivalenti sia a livello intralinguistico sia a livello interlinguistico; in secondo luogo, la creazione di una banca dati che si configuri come una risorsa terminologica per professionisti e professioniste nonché per la comunità scientifica in ambito legale e linguistico. Infine, di particolare interesse si rivela il confronto con gli esiti della machine translation che consente di misurare l’impatto di quest’ultima sulla variazione terminologica.

Nel suo saggio Übersetzung in Leichte Sprache. Zur Problematik der Übersetzung von Gesetzestexten am Beispiel des Infektionsschutzgesetzes, Eva Wiesmann (Università di Bologna), partendo dalle differenze della lingua facile rispetto ad altre forme di semplificazione linguistica, analizza alcune problematiche individuate, in particolare, nella disomogeneità del gruppo di destinatari e nella discrepanza tra obiettivi posti e mezzi linguistici adoperati per realizzarli a beneficio dei destinatari. Prendendo come esempio la Legge sulla tutela contro le infezioni e le norme anti-Covid ivi introdotte, l’autrice riflette sulle possibilità e sui limiti della traduzione di testi legislativi in lingua facile per persone con disabilità intellettive, traduzione che si vede confrontata con l’enorme tensione tra complessità linguistica e contenutistica dei testi da una parte e un common ground molto esiguo di conoscenze tra produttori del testo legislativo e destinatari della versione in lingua facile dall’altra. Tra le difficoltà maggiori, l’autrice annovera le spiegazioni di concetti complessi a persone con disabilità intellettive. Un’altra difficoltà viene individuata nei riferimenti intra e intertestuali che connotano il testo legislativo incidendo negativamente sulla sua comprensibilità. La semplificazione della sintassi, infine, onde evitare la banalizzazione dei contenuti, richiede un numero maggiore di proposizioni con ovvie ripercussioni sulla lunghezza del testo.

Irene Strasly (University of Geneva’s Faculty of Translation and Interpreting) e Albert Morales Moreno (Universitat Oberta de Catalunya) si chiedono in apertura del loro saggio Necessità terminologiche di ambito medico nella Lingua dei Segni Francese della Svizzera romanda: il caso del progetto BabelDr in che modo un paziente e un operatore sanitario possono comunicare con successo se non hanno una lingua in commune. Ora, come scrivono correttamente, le dinamiche migratorie a livello mondiale costituiscono un esempio della rilevanza di questa domanda. A fronte della multimodalità e della multilinearità che caratterizzano la lingua dei segni, i due autori analizzano le strategie e i processi usati da un team di traduttori sordi e udenti per tradurre termini medici nell’ambito del progetto BabelDr, un sistema di traduzione automatica, frutto di una collaborazione tra la Facoltà di traduzione e interpretazione (FTI) dell’Università di Ginevra e l’Ospedale Universitario di Ginevra (HUG). In particolare, si soffermano sulle unità terminologiche, sulle strategie e le tecniche adottate dal team di traduttori ispirandosi al quadro teorico della Teoria Comunicativa della Terminologia.

Annarita Felici (University of Geneva’s Faculty of Translation and Interpreting), Paolo Canavese (University of Geneva’s Faculty of Translation and Interpreting), Cornelia Griebel (Faculty of Translation Studies, Linguistics and Cultural Studies, University of Mainz) e Giovanna Titus-Brianti (Faculty of Arts, University of Geneva) nel loro contributo Plain language at the Swiss Federal Statistical Office: The challenges of terminology when writing for the general public affrontano un problema di estrema attualità quale quello di rendere la terminologia accessibile a un pubblico di non esperti in un paese quale la Svizzera che notoriamente possiede una lunga tradizione di «clear institutional writing». Tale processo di semplificazione, come scrivono gli autori, può configurarsi come un processo di traduzione intralinguistica e nel contempo, quando implica la traduzione di forme testuali in grafici e viceversa, come un processo di traduzione intersemiotica. Ora, come chiariscono da subito gli autori «[t]he main difficulty for writers is to conceive texts addressed to “everyone” and to weight up previous knowledge of such a wide and undefined target audience». Il problema è acuito dal fatto che se da un lato il passaggio al plain language di terminologia concepita per esperti consente l’accessibilità del concetto, dall’altro esso conduce inevitabilmente a perdite di significato. L’esempio di «household» è, al riguardo, significativo.

Danio Maldussi (Università di Bologna) e Éric Poirier (Université du Québec à Trois-Rivières) nel loro contributo L’analyse conceptuelle des éléments tax, impôt et taxe à l’épreuve de la formalisation distributionnaliste des exemples de traduction de tax comme élément unitaire, noyau ou modifieur si focalizzano in primo luogo, in prospettiva trilingue francese, inglese e italiano, sull’analisi dapprima concettuale e successivamente distribuzionale e discorsiva di una nozione chiave appartenente all’universo dell’economia e della finanza, in particolare del diritto tributario, quale l’inglese tax. Dopo avere evidenziato la vaghezza concettuale indotta dal legislatore e l’incompatibilità dei tratti definitori nelle diverse lingue culture, i due autori sottolineano come in realtà sussista una relazione di sinonimia in francese tra taxe e impôt. La successiva analisi distribuzionale di esempi di traduzione di tax in francese in tre costruzioni lessico-sintattiche, tratti dal concordancier bilingue TradooIT, conferma la quasi sinonimia dei concetti di taxe e impôt e consente di dedurre criteri pragmatici e discorsivi di differenziazione di cui si avvalgono i traduttori specializzati nella pratica traduttiva al fine di constrastare la vaghezza concettuale.

Giunti al termine di questa nostra rassegna, rivolgiamo un sentito ringraziamento alla Direttrice del Dipartimento, Prof.ssa Francesca Gatta, la quale ha da subito creduto nel progetto e, proprio in ragione del difficile contesto che attraversa il mondo della traduzione, non ha fatto mancare i suoi suggerimenti e il supporto vitale a favore dei Laboratori permanenti di traduzione settoriale.

A tutte e a tutti, buona lettura

Riferimenti bibliografici

Jacobson, Roman (1966). Aspetti linguistici della traduzione. In: Saggi di linguistica generale. Milano: Feltrinelli, pp. 56-64.

Maldussi, Danio / Wiesmann, Eva (a cura di) (2014). Dossier Traduzione specializzata. mediAzioni no. 16. URL: http://www.mediazioni.sitlec.unibo.it/index.php/no-16-2014/96-dossier-traduzione-specializzata-2014.html [ultima consultazione: 1/1/2023].

---- (a cura di) (2011). Traduzione settoriale 2011. Numero speciale di inTRAlinea. URL: http://www.intralinea.org/specials/specialisedtrans2 [ultima consultazione: 1/1/2023].

---- (a cura di) (2009). Traduzione settoriale 2009. Numero speciale di inTRAlinea. URL: http://www.intralinea.org/specials/specialisedtrans1 [ultima consultazione: 1/1/2023].

Moirand, Sophie (2007). Les discours de la presse quotidienne: observer, analyser, comprendre. Paris, Presses Universitaires de France.

---- (2020). «Retour sur l’analyse du discours française», Pratiques, n° 185-186. URL: https://journals.openedition.org/pratiques/8721 [ultima consultazione: 1/1/2023].

---- (2021) «Instants discursifs d’une pandémie sous l’angle des chiffres, des récits médiatiques et de la confiance (Essai)». Repères-DoRiF n. 24, URL: https://www.dorif.it/reperes/sophie-moirand-instants-discursifs-dune-pandemie-sous-langle-des-chiffres-des-recits-mediatiques-et-de-la-confiance/ [ultima consultazione: 18/06/2022].

Paveau, Marie-Anne (2008). «Interdiscours et intertexte». Linguistique et littérature: Cluny, 40 ans après, Octobre 2008, Besançon: pp. 93-105. URL: https://hal.archives-ouvertes.fr/hal-00473985/document [ultima consultazione: 1/1/2023].

Pym, Antony (2011). What technology does to translation. The International Journal of Translation and Interpreting, 3 (1) : pp. 1-9. URL : http://www.trans-nt.org/index.php/transint/article/viewFile/121/81- [ultima consultazione: 1/1/2023].

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