La costruzione interazionale di identità. Repertori linguistici e pratiche discorsive degli italiani

Anna Ciliberti (a cura di) (2007)

Franco Angeli: Milano, pp.256, 21€

Reviewed by: Aina Chabert Ramon

Il volume a cura di Anna Ciliberti raccoglie i principali risultati di uno studio etnografico sull’identità degli emigrati italiani in Australia, condotto da ricercatori del Dipartimento di Scienze del Linguaggio dell’Università per Stranieri di Perugia. Organizzato in nove capitoli, percorre, attraverso l’analisi del parlato informale, le diverse concezioni di identità espresse o solo percepite, di un gruppo di famiglie tri-generazionali rappresentative degli immigrati italiani in Australia.

Gli approcci da cui si parte per dare forma all’analisi sono tanto vari quanto significativi. Pur avendo nello sfondo i temi costitutivi dell’identità, sia essa etnica, culturale o sociale, l’attenzione specifica è sulla costruzione dell’identità interazionale a partire dal parlato informale: di conseguenza lo scenario scelto per la raccolta dei dati è stato un momento di aggregazione informale all’interno di una famiglia allargata di origine latina: il pranzo domenicale e il successivo ‘dopo pranzo’ In questo ambito il mangiare, il gioco, la politica, la memoria storica, etc. si intersecano - attraverso gli scambi linguistici, con i ruoli familiari e i flussi di potere familiare e discorsivo. Obiettivo della ricerca, allora, è l’esplorazione del repertorio identitario che si manifesta tramite le attività comunicative adottate dai membri della famiglia. In particolare lo studio etnografico si propone di: determinare gli usi e le funzionalità delle lingue parlate tra i membri delle famiglie; riconoscere gli aspetti di “identità italiana” espressi mediante pratiche linguistiche e di socializzazione e osservare il legame lingua-identità attraverso le generazioni.

Come si diceva, si è analizzata la conversazione informale in cinque famiglie composte da tre generazioni, di persone di origine italiana emigrate in Australia, di cui la prima generazione nata e cresciuta in Italia, la seconda è nata in Italia e cresciuta in Australia e la terza è nata e cresciuta in Australia. Tre ricercatori italiani hanno contattato le cinque famiglie e si sono recati presso di loro per raccogliere interviste e registrazioni video. Le interviste sono state guidate da due questionari: uno per i membri della prima generazione e l’altro per quelli della seconda e terza generazione. La scelta delle videoregistrazioni è dovuta alla necessità di prendere in considerazione tutti i segnali indicativi di identità: sia la comunicazione verbale, sia quella non-verbale: gestuale, di situazione, etc. Ciliberti dedica una parte del primo capitolo a discutere della metodologia basata su dati audiovisivi, in termini di incidenza sulla metodologia di ricerca qualitativa e di rilevanza per la ricerca in atto e per la qualità dei dati ottenuti. I dati raccolti sono stati strutturati e analizzati attraverso il software Transana. Federico Zanettin descrive dettagliatamente le sue potenzialità nel secondo capitolo del volume.

Il libro è diviso in nove capitoli di cui il primo, a cura di Anna Ciliberti, introduce le finalità i dati della ricerca e le prospettive teoriche. Il secondo contributo è costituito da una nota tecnica sulla metodologia per l’analisi dei dati a partire dal software Transana descritto da Federico Zanettin. Nel terzo capitolo, Camilla Bettoni presenta un profilo sociolinguistico dell’italiano in Australia. Il quarto contributo è di Anna De Fina e analizza le tracce dell’ identità italiana tramite le interazioni che si stabiliscono intorno al cibo. Nel quinto capitolo, Anna Ciliberti, riflette su “la confidenza” come pratica narrativa attraverso la quale si manifesta l’identità. Il sesto contributo è a cura di Luciana Fellin: mette a fuoco una delle caratteristiche del parlato informale più rappresentative della metodologia di studio scelta, l’”esibizione-spettacolo” delle competenze linguistiche: attraverso il performance speech, Fellin mostra i ruoli di trasmissione dell’identità italiana in relazione alla predominanza linguistica dell’inglese e alla perdita inconsapevole dell’italiano. Il settimo contributo, di Piera Margutti, si concentra sulle modalità con cui chi descrive se stesso e gli altri partecipanti segnala la categoria d’appartenenza etnica e linguistica.L’ottavo capitolo, di Laurie Anderson, mostra come la commutazione del codice tra parlanti di diverse generazioni sia un punto chiave per parlare di costruzione interazionale di identità. In fine nell’ultimo capitolo, Piera Margutti mostra come anche attraverso la ricerca di specifiche parole si costruiscono ruoli discorsivi e si manifesta la propria identità culturale.

Il volume riflette una vasta riflessione sul significato di identità. Sono diversi gli approcci con cui si può trattare questo argomento complesso, dalle teorie maggiormente deterministiche che intendono l’identità come una condizione immutabile dell’essere acquisita alla nascita, alle teorie più ambientaliste che la concepiscono come una creazione dinamica e flessibile che fluttua e cambia nel corso della vita. Ogni capitolo esplicita la propria concezione di identità, definendo così il sistema seguito per la sua costruzione. Ciò nonostante, l’approccio generale condiviso da tutti i ricercatori definisce l’identità come un processo e non come un costrutto psicologico. Sono diversi gli autori citati a cui si ispirano le riflessioni, però, tra tutti loro, si può individuare una forte influenza di Erving Goffman così come le successive teorie interazionaliste, dalla Sociologia dell’interazione alla Gumperz, all’Analisi della Conversazione, all’Etnometodologia.. “La costruzione interazionale di identità” analizza, in particolar modo, le sfumature contestuali sotto l’aspetto linguistico, quindi, come attraverso il linguaggio –il parlato e i suoi dispositivi sociali-, gli individui e i gruppi negoziano le loro identità.

Presentare in sintesi i risultati dello studio non rende giustizia all’insieme di considerazioni e sfumature presentate nel libro, ciononostante, e partendo sempre da una generalizzazione imprecisa, si può affermare che: A) Gli immigrati di prima generazione ostentano un senso di appartenenza molto forte alla comunità italiana. La loro identità è maggiormente definita come italiana. Sono coloro che lavorano per la trasmissione della lingua-dialetto e che costituiscono il pilastro familiare di unione tra i due mondi –Italia e Australia-. B) I membri di seconda generazione oscillano tra l’appartenenza italiana e quella australiana a seconda del momento o situazione, mostrandosi particolarmente curiosi per la vita in Italia. Rappresentano la generazione che si trova in mezzo alle due lingue, alternando il suo uso con relativa facilità. C) In fine, i membri di terza generazione hanno costruito la loro identità nell’ambiente australiano, perciò, nonostante la famiglia costituisca un forte denominatore comune della loro italianità, sono la generazione meno attaccata alle espressioni culturali italiane. Parlano soprattutto in inglese e non tutti conoscono il dialetto proprio della famiglia. Nonostante questo, presentano un forte senso di orgoglio, condiviso da tutti gli altri membri dalla famiglia, quando riescono a dimostrare all’intervistatore le loro conoscenze della cultura italiana, in particolare quelle linguistiche. Il libro presenta una struttura coerente ed elaborata. Tutti gli interventi sono pertinenti e apportano nuovi dati e sfumature ai concetti esposti fin dall’inizio.

Personalmente credo che questo studio rappresenti non solo un’opportunità per valutare le considerazioni teoriche sul modo in cui si costruisce l’identità, ma anche una fonte d’informazione inestimabile per l’evidenziazione dei processi linguistici definitori della stessa. Per il suo contenuto, per la qualità delle fonti, per l’onestà nei risultati, per i riferimenti costanti a studi precedenti questo libro può essere considerato un’efficace risorsa per linguisti e gli antropologi del linguaggio e in generale, per tutti gli studiosi interessati ai processi relazionali tra individui.

©inTRAlinea & Aina Chabert Ramon (2008).
[Review] "La costruzione interazionale di identità. Repertori linguistici e pratiche discorsive degli italiani", inTRAlinea Vol. 10
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Stable URL: https://www.intralinea.org/reviews/item/1082

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